Nepal di storie, misticismo ed emozioni

Quando torni da un Viaggio in Nepal, non sei più la stessa persona che eri prima.
Non sei più la stessa persona, malgrado tu non lo voglia, malgrado tu non l’abbia messo in conto.
Un velo di malinconia copre i tuoi occhi. A malapena si vede, ma si percepisce forte quando, in silenzio, prendi a riflettere intorno alle cose.
E una ricchezza interiore ti riempie i polmoni.
Perché Viaggiare in Nepal non è facile.

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Non è facile fasi prendere per mano da una ragazzina (s)conosciuta per la strada, e farsi raccontare di una città distrutta dal sisma, camminando tra i vicoli senza nome di Bhaktapur – che lentamente si trasformano in un labirinto buio e dissestato – per raggiungere la ciminiera dalla quale si vedono le stelle cadenti, e farsi accompagnare su in cima per tre rampe cedevoli di ripide, piccole, scale di legno, per scoprire che lì – in una stanza illuminata da una flebile luce, arrampicata maldestramente nel bel mezzo di una struttura completamente crollata – lei vive.

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Non è facile, quando il tassista dal sorriso bianchissimo trovato per caso a bordo di una strada di Patan si assicura una, due, cento volte, che domani tornerai per davvero e, per davvero, ti farai accompagnare da lui a un’ora di strada da qui. E, il giorno dopo, quant’è smagliante quel bel bianco sorriso, quando ti vede di nuovo tornare alla sua vecchia auto. E l’impegno nei suoi occhi e nei suoi gesti, quando assicura la tua frivola e pesante valigia sul tetto della sua macchinina, no, non può avere un prezzo.

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Non è facile, quando una guida locale ti ferma per strada e si accontenta di 5 euro per un lungo percorso tra i templi, per fare pratica con l’italiano. Perché, ogni sera, studia una, due, tre, cinque lingue, per potere lavorare di più, perché il padre è ubriaco fin dal mattino ed è lui – a 40 anni – a dovere e volere badare alla casa. E, rivolge più di una preghiera al dio della salute, quando lo incontra, perché – sotto ai grandi occhiali da sole specchiati – nasconde un paio di occhi gialli e affaticati.

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Non è facile, quando scorgi una donna accasciata nel verde , sciacquarsi con un bicchiere di plastica il corpo coperto a malapena con un panno di quel rosso che è colore del Nepal, perché a mezzogiorno il clima è più caldo, ed è ora di fare la doccia per potersi asciugare all’aperto i lunghi capelli neri neri.
O quando signore minute ti passano accanto, nelle campagne, trasportando enormi cesti di pesanti mattoni, aiutandosi con un laccio di tela che segna la fronte.
O quando il tassista che ti accompagna tra le montagne deserte si ferma a casa e ti offre un tè, per trascorrere qualche momento con la famiglia, perché vive nel caos di Kathmandu per via del lavoro.
O quando ascolti le storie di chi ha perso ogni cosa per colpa di un terremoto che ha ridotto in macerie più di qualche struttura. E vedi anziane signore affacciarsi dalle finestre di case che hanno la plastica che fa da parete, e il clima si avvicina allo zero.
O quando resti incantato di fronte all’impegno e la forza con cui, senza sosta, uomini e donne ricostruiscono templi e monumenti, mattone dopo mattone.
O quando ti trovi faccia a faccia con una religiosità potente e una fede che oltrepassa ogni condizione di vita, tradizioni che vanno al di là delle spiegazioni razionali e un misticismo cruento e a tratti lugubre.

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No, Viaggiare in Nepal non è facile.
Perché un Viaggio in Nepal è emotivamente oneroso e spiritualmente intenso come pochi altri viaggi. Tutt’altro che semplice. Nient’affatto leggero. Ma arricchente come nient’altro.
Ti ritrovi, la sera nel letto, a piangere e a ridere insieme. Ripensando alle vite che hai inconcrociato durante il cammino e ripercorrendo le storie che hanno composto il tuo viaggio.

Viaggiare in Nepal non è facile. E spesso, fa male.
E, quando torni, non sei più la stessa persona che eri.
Sei una persona più piena, sei una persona più ricca. E rivedi la tua scala di valori, e respiri la vita con ogni cellula.
Ma – già – stai pensando a quando tornare.

Grazie Nepal.
Namasté.

4 comments on “Nepal di storie, misticismo ed emozioniAdd yours →

    1. Ciao Enrico & Zuzana e grazie mille 🙂
      Il Nepal ti entra dentro così profondamente!!
      Non potrete che innamorarvi di questo Paese favoloso e della sua gente di cuore.

      Noi ci siamo organizzati in autonomia, scegliendo sistemazioni con riscaldamento e generatore di corrente
      (in inverno, quando fa sera, le temperature scendono e una stanza calda è praticamente indispensabile, ma non sono molte le strutture che dispongono di riscaldamento).

      Ecco dove abbiamo soggiornato – trovandoci molto bene 🙂
      – Tibet Peace Inn, Kathmandu
      – Heritage Boutique, Patan
      – Hotel Planet, Bhaktapur

      In ultimo, se cercate un riferimento disponibile ad organizzare per voi escursioni o a trovare per voi una guida,
      vi suggeriamo di fare riferimento a Francesco dell’Hotel Planet di Bhaktapur (nepalplanet@yahoo.it): un ragazzo italiano, che ha creato in Nepal la propria attività.

      Dunque, Buon Viaggio.
      ..E Namasté 🙂

  1. Bello, molto bello.. complimenti! parto per il Nepal in solitaria il prossimo 8 agosto per 18gg … non cosa aspettarmi ma deduco da tutto quello che ho letto in questi mesi sarà qualcosa che mi resterà..

  2. Sì, Alessandro. Crediamo proprio ti resterà dentro. Forte, fortissimo. E così a fondo, che – di tanto in tanto – la mente tornerà a quegli scorci, a quei sorrisi, a quei colori, a quei paesaggi. E – nonostante il caos e lo smog e la polvere e i detriti – non desidererai altro che rivivere per un attimo quelle emozioni intime e dure che il Nepal solo sa offrire.
    Grazie per i tuoi complimenti 🙂
    E Buon Viaggio!

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